"Tuttavia non credo che questo orribile silenzio della nostra epoca durerà a lungo, sebbene ritenga che al momento aumenterà. Che farsa la moderna larghezza di vedute! Nella moderna civiltà, libertà di parola significa in pratica che si può parlare solo di cose senza importanza. Non dobbiamo parlare di religione, perché è illiberale; non dobbiamo parlare di pane e formaggio, perché vuol dire parlare di negozi; non dobbiamo parlare della morte, perché è deprimente; non dobbiamo parlare della nascita, perché è indelicato. Non può durare. Qualcosa sopravvenga a infrangere questa strana indifferenza, questo strano egoismo sognante, questa strana solitudine di una folla di milioni di persone. Qualcosa deve interrompere tutto ciò. Perché non voi ed io?" Il Napoleone di Notting Hill di G.K.Chesterton

mercoledì 31 marzo 2010

Crisi Puntuale, Crisi Sistemica e Bolle speculative.

Parliamo di Crisi e Bolle Speculative (se le conosci le eviti)

È giunto ora il momento di parlare di una differenza fondamentale, quella che vi è tra Crisi Puntuale e Crisi Sistemica
Una crisi di per sé è un momento di grande difficoltà, in cui le condizioni generali e gli eventi sembrano volgere al peggio.
La Crisi Puntuale è un evento fisiologico all’interno di un economia di mercato. Essa può essere generata dal rallentamento dell’economia, dal fallimento di un singolo istituto di credito (se ben gestito), oppure ancora dalla crisi di un settore. La crisi puntuale è di solito circoscritta e destinata a risolversi nel breve periodo, grazie a piccole manovre economiche portate aventi dai singoli governi.
La Crisi Sistemica è molto più grave, perché colpisce l’intero sistema economico (produttivo, distributivo, di credito ecc…) e ne mette a repentaglio la sopravvivenza. Durante una simile crisi la priorità è quella di salvare il sistema nel suo complesso, con manovre economiche forti e coordinate.
Una delle cause scatenanti delle crisi sono le bolle speculative. Esse sono dei fenomeni economici complessi, legati anche ad aspettative irrazionali di guadagno. Il valore di un prodotto scambiato sul mercato (non per il consumo immediato) è dato dalla speranza di guadagni, che da esso possono derivare. L’esempio classico è il valore di un azione, esso oggi è dato dall’aspettativa che l’investitore avrà sulla distribuzione di dividendi futuri, ragionevolmente attualizzati ad oggi.
Una bolla speculativa è una circolo vizioso, in cui il prezzo di un bene continua a salire, in cui le crescenti aspettative di profitto fanno salire i prezzi, rafforzano così la domanda, che a suo volte contribuisce a far lievitare i prezzi. Questa spirale si conclude quando gli investitori si accorgono che il bene in questione non potrà dare quei profitti irrazionalmente attesi e allora lo vendono in massa, provocando un crollo.
Vediamo di semplificare facendo un esempio: immaginate di poter prendere un granello di sabbia, e porlo sulla superficie di una bolla di sapone. In quel granello di sabbia abbiamo investito tutti i nostri soldi, il suo valore dipende dal prezzo a cui possiamo rivenderlo. Il prezzo è misurato dell’altezza a cui verrà portato il granello dalla bolla, più in alto sarà più alto sarà il prezzo.
La bolla continua a crescere, gonfiata dalle aspettative e dalla domanda, portando sempre più in alto il prezzo. Ad un tratto la bolla esplode lasciando precipitare il granello di sabbia per terra. Risultato il nostro granellino di sabbia non vale quasi più nulla, addio soldi.
La storia ci viene in aiuto con un episodio che spiega di come una bolla speculativa possa innescare una crisi sistemica. Si tratta della prima grande crisi speculativa del capitalismo moderno: “
la crisi dei Bulbi di tulipano” svoltasi in Olanda nel seicento.
I bulbi erano considerati beni d’investimento, perché concentrati di fiori futuri, venivano venduti sia a peso che a prezzo. I bulbi più rari raggiunsero presto quotazioni irrazionali, il Semper Augustus arrivò a valere come un abitazione dell’epoca. L'interesse del mercato arrivò a non dipendere più dalla loro bellezza, ma dalla nascente consapevolezza che se ne poteva trarre profitto. A tal proposito, sia grandi mercanti che umili contadini si fecero contagiare da quella febbre dilagante e il mercato si gonfiò a dismisura fino a crollare nel 1637, “bruciando” un enorme quantitativo di ricchezza e mettendo a durissima prova la tenuta finanziaria dell’Olanda stessa.

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