"Tuttavia non credo che questo orribile silenzio della nostra epoca durerà a lungo, sebbene ritenga che al momento aumenterà. Che farsa la moderna larghezza di vedute! Nella moderna civiltà, libertà di parola significa in pratica che si può parlare solo di cose senza importanza. Non dobbiamo parlare di religione, perché è illiberale; non dobbiamo parlare di pane e formaggio, perché vuol dire parlare di negozi; non dobbiamo parlare della morte, perché è deprimente; non dobbiamo parlare della nascita, perché è indelicato. Non può durare. Qualcosa sopravvenga a infrangere questa strana indifferenza, questo strano egoismo sognante, questa strana solitudine di una folla di milioni di persone. Qualcosa deve interrompere tutto ciò. Perché non voi ed io?" Il Napoleone di Notting Hill di G.K.Chesterton

venerdì 12 maggio 2017

I MIRACOLI DI DON MARIO OSSIA L'ULTIMO CEFFONE

Alcune riflessioni in ordine sparso. Un brutto fatto la caduta della targa, ma c'è stato molto altro, forse qualche "miracolo", ecco una contro-lettura dei fattacci del primo maggio. 
Da La Prealpina del 03 maggio 2017
Dopo aver parlato della vita e della morte di don Mario (Vedi articolo) veniamo ora ai “miracoli”.
Ovviamente non spetta a me proclamare la santità di nessuno, né additare dei fatti come prodigiosi, alcuni avvenimenti dovrebbero però far riflettere.

Quanto accaduto durante l'intitolazione della Piazza a don Mario Manfrin è sicuramente fatto censurabile e deplorevole. Il veder cadere la targa durante la cerimonia è stato un bruttissimo episodio, che ha guastato la giornata e ha lasciato l’amaro in bocca a molti.
A tal riguardo sono già stati promossi gli opportuni provvedimenti verso la ditta (esterna all'Amministrazione) che aveva l’incarico di posizionare la targa, per verificarne la corretta esecuzione del lavoro, eventuali imperizie o peggio negligenze. In qualità di Amministratore Comunale, pur non essendo competente in materia o direttamente responsabile, non posso comunque che scusarmi, per quanto accaduto, verso i tanti cittadini presenti.

Le cose però difficilmente accadono per caso. Personalmente poi non mi ha mai spaventato la bruttezza del male, piuttosto mi ha sempre sorpreso la  sovrabbondanza del bene, che arriva dove noi neanche immaginiamo. Mi permetto dunque di suggerire una piccola "contro-lettura" che sicuramente stride con quella proclamata da alcuni pulpiti, ma che è necessaria per portare l'attenzione su alcuni fatti "prodigiosi" della giornata:
Il "miracolo" è che la targa di don Mario si stacca, ma della tanta gente chi si trovava lì sotto nessuno si fa male. C'era anche una bimba, a cui la lastra è arrivata vicinissima, ma  fortunatamente (o miracolosamente) nulla è accaduto.
Il "miracolo" è che la targa cade, ma non si rompe. Questo perché la caduta è attutita da una pianta, che nei progetti iniziali della cerimonia neanche c'era ed è stata messa lì, per caso, all'ultimo minuto, da chi ha posizionato la bandiera.
Il "miracolo" ancora è vedere così tante realtà differenti (enti, associazioni, commercianti...) collaborare per un gioioso momento di festa. Una collaborazione non facile, tra realtà molto eterogenee e che (ammettiamolo) hanno avuto qualche incomprensione in passato, ma le hanno accantonate, per realizzare qualcosa di bello insieme.
Il "miracolo" è anche la pioggia. Diciamo anche qui la verità: quando don Mario se n'è andato da S.Antonino non si è trattato di un'addio tra i più sereni. Vi erano allora diverse incomprensioni, dissapori e qualche polemica. Don Mario da sacerdote "santo" non ha serbato rancore nel suo cuore e ha continuato a voler bene alla sua gente, curandola un po’ più da lontano, senza però perderla mai di vista. Il problema eravamo noi, che sotto sotto ci sentivamo un po' in difetto verso di lui (anche se non lo ammetteremo mai). Serviva allora un po' di pioggia per lavar via tutte queste colpe segrete. Mi piace pensare allora che sia stato lui a mandarla, come  per dire "mettiamo una pietra sopra" . Forse un po' troppo letteralmente, perché con colpo teatrale la targa cade ed è un brusco risveglio, come uno dei famosi ceffoni educativi di don Mario, che stordivano, ma facevano riflettere e rinsavire il mal capitato. 
Un ceffone ben assestato che porta con sé una domanda: cosa stiamo facendo noi per questo paese? Lo stiamo amando come don Mario l'ha amato? Ecco il punto: l'amore e il desiderio di realizzare qualcosa di bello. La storia di don Mario è istruttiva, insegna che non mancano mai polemiche, incomprensioni e dissapori nel lungo e difficile cammino della vita, ma alla fine non contano nulla. Ciò che resta e segna davvero è l'amore che si spende. Le tante incomprensioni e chi le ha provocate vengono lavate via dalla pioggia, dimenticate, l'esempio di don Mario invece giganteggia ed illumina il cuore di molti.

PS attenzione dunque a passare non curanti sotto quella targa, specie magari per chi cova sentimenti di rancore, alimenta la polemica, semina zizzania, perché don Mario, che vigila attentamente la sua gente, potrebbe decidere di far piovere qualche improvviso manrovescio. E allora ci toccherebbe reintitolarla "Piazza del ceffone" .

lunedì 1 maggio 2017

Discorso ufficiale del Sindaco per l'intitolazione della Piazza a don Mario

Il discorso pronunciato dal Sindaco di Lonate Pozzolo Geom. Danilo Emilio Rivolta in occasione dei festeggiamenti per la fine dei lavori di rinnovamento del Centro storico di S.Antonino e per l'intitolazione della Piazza a don Mario Manfrin


Buongiorno a tutti e benvenuti a questa bella giornata di festa. Saluto calorosamente il Parroco don Giuseppe Maggioni e il Vicario Don Claudio Travascio che in particolare ringrazio per la preziosa collaborazione nell'organizzazione di questi 3 giorni di festeggiamenti. Saluto tutte le Autorità civili, militari e religiose presenti qui quest'oggi. In particolare ringrazio l'Assessore Patera che ha seguito personalmente i lavori e con lui tutti i tecnici comunali. Saluto poi i parenti di don Mario qui intervenuti e tutti le persone che con lui hanno collaborato negli anni.

Ringrazio inoltre i rappresentati e i volontari della Parrocchia e delle Associazioni presenti. In particolare ringrazio l'Associazione S.Antonino C'è, che ha curato il rinfresco e ha contribuito ad organizzare i festeggiamenti. Ringrazio la Fanfara dei Bersaglieri per l'emozioni che sempre ci regala con le sue note. Ringrazio infine l'APD Audax e il Bar BoOba per il loro contributo ai vari momenti di festa realizzati.

Fatti i doverosi saluti e ringraziamenti veniamo al motivo per cui oggi siamo qui tutti insieme. Con questa cerimonia celebriamo due eventi molto importanti: festeggiamo infatti la fine dei lavori di rinnovamento del centro storico di S.Antonino e intitoliamo questa bella Piazza a don Mario Manfrin, parroco di S.Antonino dal 1955 al 1991. 

Partiamo dal primo dei due eventi. Sono oramai compiuti i lavori di rinnovamento del centro storico di S.Antonino che hanno interessato la rotonda di Piazza Asilo, Via Madonna e poi ovviamente la oramai ex Piazza della Chiesa. Oltre a rispondere ad esigenze di maggiore funzionalità e miglioramento viabilistico questi lavori sono stati voluti in un'ottica di rivalutazione. La rotonda di Piazza Asilo rappresenta infatti lo snodo viabilistico principale del centro abitato dove tutti transitano, anche chi viene da fuori paese. Via Madonna, complice anche la presenza della Chiesa nuova, dell'ufficio postale e della "casa delle Associazioni" è uno dei luoghi maggiormente frequentati della frazione, quasi come fosse un'altra piazza. Piazza della Chiesa rappresenta infine in cuore vero e propria del paese, sia a livello storico che a livello viabilistico. Ricordo la presenza qui in Piazza del pozzo dove, secondo la leggenda, ha sostato, per abbeverare il suo cavallo, il soldato Antonino, diretto verso il luogo del martirio. La presenza del Pozzo è qui ben ricordata da un cerchio nella pavimentazione. Da domani sarà poi riaperto qui in piazza il doppio senso di circolazione o meglio il senso unico alternato, che serve a mettere in collegamento un paese, altrimenti spaccato a metà. 

Tutti questi spazi non sono mere zone di passaggio o di stallo per le autovetture, ma rappresentano luoghi importanti, punti di riferimento, dove la gente s'incontra, dialoga, festeggia e dove si svolgono eventi lieti e purtroppo anche meno lieti; insomma sono il "salotto" di S.Antonino e come ogni salotto richiedono siano un luogo bello ed accogliente, a cui gli abitanti possano sentire d'appartenere, andandone giustamente fieri. Questa è stata la filosofia di fondo che ha animato questi lavori: non mera manutenzione, ma rinnovamento! Un rinnovamento che mira a ribadire l'importanza di S.Antonino, che seppur legata alla vicina Lonate, non ne è semplice periferia o quartiere, ma paese distinto con una propria identità e una propria storia.

Veniamo ora a questa Piazza che si è deciso d'intitolare a don Mario Manfrin. É stato lasciato passare un giusto tempo, previsto anche per legge, dalla scomparsa di don Mario e la possibilità d'intitolargli un luogo pubblico. Un tempo necessario a meglio elaborare e valutare alcuni fatti e l'importanza di alcune scelte. In tutto questo tempo però la stima che la popolazione ha per il suo vecchio e amato parroco non è cambiata. Ringrazio qui il Presidente Mauro Andreoli che per primo si è fatto portavoce di questo comune sentimento e si è fattivamente adoperato per questa intitolazione. La nostra Amministrazione ha scelto questo luogo non a caso. Questa è la piazza che don Mario tante volte ha visto dalla sua finestra, che ha attraversato per recarsi in Chiesa e nella quale amava sostare, affacciato su quella porticina, per chiacchierare con la gente che tornava dal lavoro in fabbrica o nelle campagne.

Ma chi era don Mario? E perché intitolargli un Piazza? Per chi come me l'ha conosciuto queste domande possono apparire superflue, ma conviene ricordarlo, se non altro per mantenerne viva la memoria. Per me e per tanti di voi qui oggi don Mario era il prete dell'oratorio, quello che ti forava la tessera delle presenze la domenica pomeriggio e magari ti mollava anche qualche educativo ceffone se eri, come me, troppo esuberante. Al di là delle battute però, sotto quella scorza, a volte non proprio tenera, c'era un uomo con un grande cuore, instancabile e sempre disponibile verso tutti. Un prete di campagna: solido, roccioso, appassionato e certamente dalla grandi virtù cristiane che non spetta però a me esaltare. Un uomo che ha amato profondamente questo paese, spendendosi senza sosta per migliorarlo. 

Don Mario nasce il 14 luglio 1921 a Cologna Veneta, un comune della pianura veronese, da un'umile famiglia che pochi anni dopo la sua nascita si trasferisce a Sesto San Giovanni in cerca di lavoro. Il giovane Mario sentita la chiamata del Signore entra in seminario e viene ordinato sacerdote il 26 maggio 1945 dal Beato Cardinal Schuster. Dopo un prima esperienza a Samarate viene nominato nel 1955 Parroco di S.Antonino. Qui inizia subito ad adoperarsi senza sosta per migliore il paese che gli era stato affidato. Nel 1959 viene infatti inaugurata la "Casa del Giovane" luogo d'incontro per giovani e meno giovani, struttura che ospiterà anche le aule di catechismo e il cinema. Di cui don Mario fu forte promotore con la proiezione di molte note pellicole dell'epoca, proiezioni effettuate all'aperto nei mesi estivi. Nel 1958, al termine di una partita di calcio notturna con alcuni giovani chiassosi, li invita a giocare in oratorio e da lì nasce l'Audax, associazione sportiva ancora oggi attiva sul territorio. Don Mario si adopera anche, insieme a Donna Vittoria Oltrona Visconti che riesce inaspettatamente a coinvolgere nelle sue iniziative, perché a S.Antonino si apra l'ufficio postale, la farmacia e vi arrivi il pullman che collega, ancora oggi, la frazione con la vicina Gallarate. Apro e chiudo una parentesi forse anche la figura di donna Vittoria andrebbe riscoperta e rivalutata. Infine, don Mario, dà il via a lavori per la realizzazione della nuova Chiesa parrocchiale, che sarà consacrata esattamente il primo maggio del 1979. Negli ultimi anni don Mario si adopera anche per accogliere i primi immigrati marocchini, la sua volontà di aiutare questi ultimi è forte, ma questo gli costa qualche incomprensione, probabilmente lui era già "troppo avanti per i suoi tempi". Nel 1991 si ritira e si stabilisce a Lonate Pozzolo dove con indomita energia continua umilmente il suo ministero sacerdotale. Don Mario si spegne poi il 4 aprile 2005. Tra i tanti che l'hanno aiutato e sostenuto negli anni nelle sue opere, volevo ringraziare pubblicamente e rendere omaggio alla Sig.ra Maria Luisa Bottarini, sua fidata collaboratrice, che sempre l'ha accompagnato e sostenuto, anche negli ultimi difficili anni segnati dalla malattia. Per lei vi chiedo un applauso.

Si potrebbe sicuramente dire molto altro su don Mario, ma credo sia meglio che ognuno lo ricordi a suo modo, per magari quello che ha fatto per lui. Don Mario è stato un grande esempio, un sacerdote appassionato, un uomo che ha donato la sua vita per il paese che gli era stato affidato, impegnandosi instancabilmente per esso, senza riserve, in anni difficili di cambiamenti sociali ed economici. Intitolandogli questa piazza lo indichiamo come fulgido esempio di virtù, sia alle generazioni presenti che a quelle future, perché non ne tramonti la memoria, perché i giovani vi traggano esempio ed ispirazione e tutti si interroghino, anche in questi anni di dubbio, frammentazione e disimpegno, su cosa ognuno possa fare e stia realmente facendo per migliorare il proprio paese.

Ho già forse parlato anche troppo, chiudo dicendo: Viva l'Italia, Viva S.Antonino, Viva don Mario!!! 

Sant'Antonino Ticino di Lonate Pozzolo il 01 maggio 2017