"Tuttavia non credo che questo orribile silenzio della nostra epoca durerà a lungo, sebbene ritenga che al momento aumenterà. Che farsa la moderna larghezza di vedute! Nella moderna civiltà, libertà di parola significa in pratica che si può parlare solo di cose senza importanza. Non dobbiamo parlare di religione, perché è illiberale; non dobbiamo parlare di pane e formaggio, perché vuol dire parlare di negozi; non dobbiamo parlare della morte, perché è deprimente; non dobbiamo parlare della nascita, perché è indelicato. Non può durare. Qualcosa sopravvenga a infrangere questa strana indifferenza, questo strano egoismo sognante, questa strana solitudine di una folla di milioni di persone. Qualcosa deve interrompere tutto ciò. Perché non voi ed io?" Il Napoleone di Notting Hill di G.K.Chesterton

sabato 30 agosto 2014

Perché non possiamo essere felici?

Lonate tra i Borghi più felici d'Italia, una notizia che dovrebbe rendere tutti orgogliosi e dimostra che Lonate non è poi così brutta come alcuni la descrivono
La Prealpina del 24 agosto 2014

La notizia, apparsa sul Sole 24 Ore, è di pochi giorni fa: Lonate Pozzolo è tra i Borghi più felici d’Italia, il primo in Provincia di Varese.
Questa felice novella, che dovrebbe rendere giustamente orgogliosi tutti i Lonatesi, ha però destato grande stupore. Stupore dovuto non tanto alla gioia per il risultato conseguito, ma dovuto sopratutto alla strana rapidità con cui molti commentatori si sono prodigati con grande impegno per smentire tale notizia. Un atteggiamento abbastanza singolare, come quello di chi vince al SuperEnalotto e poi vada in ricevitoria per dimostrare il contrario oppure rinunciare alla vincita.
Chi scrive non vuole rinverdire queste singolari polemiche, né sente di aver le competenze per smentire la classifica data dall'autorevole quotidiano (il Sole 24 ore), anche se vorrebbe chiedere "cos'è la felicità?'" ma il discorso si farebbe troppo complesso e "filosofico".
Ancora chi scrive è consapevole di non vivere nel paradiso terrestre in cui tutto "va bene" e nulla c'è di sbagliato. Certamente nella nostra amata Lonate alcune cose non vanno e bisogna lavorare per migliorale, ma strillare al "tutto fa schifo" è esercizio troppo facile, ingeneroso ed anche un pò autolesionistico.  è ingeneroso innanzitutto verso tutte quelle persone che lavorano, magari nel silenzio, per rendere la nostra comunità "felice" (penso nella Scuola, nelle Associazioni di tutti i tipi, negli oratori ecc..). In secondo luogo è ingeneroso verso tutti i lonatesi che non si capisce perché non possano vivere in un paese felice?
Ovviamente è vero "l'erba del vicino è sempre più verde" con tutte le conseguenze del caso, ma questo risultato propone una realtà inaspettata: Lonate non è un paese così orribile come troppo spesso alcuni lo descrivono. Credo questo già basti per essere felici. 
Mauro Andreoli

Niente profughi a Lonate, "mancano le condizioni per poterli accogliere"

La Prealpina del 29 agosto 2014

sabato 2 agosto 2014

Dissolto il grande polverone estivo

Tutto alla luce del sole e la vicenda si trasforma in un  "polverone estivo dissolto in una sera di luglio."
La Prealpina del 31 luglio 2014 clicca per ingrandire
La vicenda ha destato sicuramente un grande clamore, ma il tutto "si è tramutato in un polverone estivo dissolto in una sera di luglio". La singolare interrogazione di Lista Libera (vedi) sulla presenza di persone esterne all'Amministrazione presso l'ufficio Tecnico si è risolta in un nulla di fatto.
Chiedere è sicuramente legittimo (e qualcuno aggiungerebbe "a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca"), prima però di lanciare accuse un pizzico di prudenza e buon senso in più non guasterebbero.

Il commento di "Cittadini in Movimento - La Lista che non c'è" sulla vicenda:
La Prealpina del 6 agosto 2014

Le regole del gioco

Le regole del gioco e il delicato equilibrio tra il diritto a chiedere e il rispetto per le persone. 
Il Consiglio Comunale dello scorso 29 giugno ha visto per la prima volta (in questa nuova legislatura) la comparsa, tra i punti dell'odg, di alcune interrogazione. Vista anche la singolarità e delicatezza degli argomenti trattati è stata l'occasione per meglio comprendere questi strumenti. In un intervento ritenuto (ironicamente) "didattico" ho tentato di illustrare quelle che sono a mio avviso le "regole del gioco", in modo che la discussione potesse proseguire in maniera più serena e senza incomprensioni. Ripongo qui il tutto per chiunque ne fosse interessato.

Cos'è un interrogazione?
Un interrogazione è, semplificando, una domanda rivolta all'Amministrazione Comunale per conoscere se un fatto sia vero oppure no e cosa si intenda fare a riguardo. Ad essa si può chiedere sia risposto per iscritto oppure verbalmente nel primo consiglio comunale utile.
La discussione si svolge nel seguente modo: il consigliere interrogante ha 10 minuti di tempo per presentare la propria interrogazione, leggendone il testo e illustrandola brevemente. Il Sindaco o chi per esso risponde e l'interrogante ha 3 minuti per dirsi soddisfatto o meno della risposta, adducendone sinteticamente le motivazioni. 

La funzione di controllo
Tutti i consiglieri comunali (di maggioranza e minoranza) hanno diritto a presentare interrogazioni per meglio conoscere alcune vicende, approfondire diverse tematiche oppure porre l'attenzione su alcuni problemi. L'interrogazione è utile sia per il singolo consigliere che la presenta, sia per l'intero Consiglio Comunale e anche per tutti i cittadini. In quanto aiutata a capire, indagare ed approfondire la conoscenza di alcuni problemi. 
Tutti i consiglieri (anche a nome dei cittadini che rappresentano) hanno diritto a chiedere ed ottenere risposta. Questo diritto diviene quasi anche un dovere per le minoranze in quanto il sistema democratico assegna loro il compito del controllo. Ossia il compito di verificare l'operato della maggioranza, passandolo per così dire "sotto la lente d'ingrandimento". Questo sistema serve a garantire un prezioso equilibrio tra i poteri e la necessaria trasparenza amministrativa. 

L'Equilibrio tra le diverse necessità
Nell'ultimo consiglio comunale si è però dovuto pondererà questo diritto/dovere a chiedere con altre legittime necessità e istanze. Come Presidente del Consiglio è mio compito far rispettare le leggi e il regolamento, favorendo anche un confronto sereno e pacifico. Ho dovuto dunque far presente al Consiglio che se da una parte era doveroso rispondere, dall'altra parte bisognava rispettare le regole e soprattutto le persone oggetto dell'interrogazione.
In primo luogo, come anticipato in conferenza dei capigruppo, ho ricordato che ad alcune punti dell'interrogazione non era possibile dare rispondere. Questo non per mancanza di volontà, ma perché essendo in corso un indagine della magistratura ciò non era possibile per legge.
In secondo luogo l'art. 19 del Regolamento del Consiglio parla chiaro: "Le sedute del consiglio di regola sono pubbliche. Nel caso in cui debbano essere espressi giudizi su persone, il presidente dispone la trattazione dell’argomento in seduta segreta."
Anche se il termine "seduta segreta" evoca sicuramente fascino e mistero, non si tratta di nulla di sconvolgente. Semplicemente avrei dovuto disporre l'allontanamento del pubblico dalla sala per la trattazione di un determinato punto. Questo serve a poter meglio approfondire l'operato di alcune persone in modo riservato, tutelandone dunque l'immagine e l'onore. In secondo luogo garantisce maggiore libertà di espressione al singolo Consigliere, mettendolo al riparo da spiacevoli conseguenze.

L'appello al buon senso
Entrambe le interrogazioni erano dunque delicate, in quanto riguardavano alcune persone nello specifico. Il mio auspicio è stato, fin da subito, che gli argomenti potessero essere trattati in seduta pubblica, così che tutti i cittadini presenti potessero avere un chiarimento diretto della vicenda. Per farlo vi era però bisogno della responsabilità delle minoranze.
In primo luogo chiedevo come esse intendessero affrontare gli argomenti. Ossia se volessero, durante la replica o l'illustrazione, esprimere o meno giudizi sulle persone coinvolte. In quel caso sarei stato costretto, mio malgrado, a disporre la seduta segreta.
Ove invece si procedesse in seduta pubblica ho avvertito tutti che avrei dovuto comunque vigilare, insieme al segretario comunale, che non venissero espressi giudizi sulle persone. In quel caso avrei sospeso la seduta per far allontanare il pubblico. 

Alla fine, grazie al buon senso di tutti (che ringrazio per la serietà dimostrata), si è potuto svolgere le interrogazioni in seduta pubblica, così da chiarire a tutti le varie vicende che si sono dimostrate molto meno complesse del previsto