"Tuttavia non credo che questo orribile silenzio della nostra epoca durerà a lungo, sebbene ritenga che al momento aumenterà. Che farsa la moderna larghezza di vedute! Nella moderna civiltà, libertà di parola significa in pratica che si può parlare solo di cose senza importanza. Non dobbiamo parlare di religione, perché è illiberale; non dobbiamo parlare di pane e formaggio, perché vuol dire parlare di negozi; non dobbiamo parlare della morte, perché è deprimente; non dobbiamo parlare della nascita, perché è indelicato. Non può durare. Qualcosa sopravvenga a infrangere questa strana indifferenza, questo strano egoismo sognante, questa strana solitudine di una folla di milioni di persone. Qualcosa deve interrompere tutto ciò. Perché non voi ed io?" Il Napoleone di Notting Hill di G.K.Chesterton

giovedì 25 novembre 2010

Congiurati tesi al governicidio, mercati pronti a “farsi l’Italia”

Ombre dopo il disastro del G20 di Seoul
Immobilismo di fronte alla crisi economica e scarso senso delle istituzioni. Sono queste, in sintesi, le ragioni per le quali gli avversari di Berlusconi chiedono le sue dimissioni da capo del governo. Effettivamente, adesso che sono scesi in campo lorsignori con la loro manovra di palazzo, l’immobilismo è finito: venerdì scorso lo spread fra il rendimento dei Btp decennali e quello dei Bund tedeschi è salito a 191 punti, il massimo storico da quando esiste l’euro. Le cose si muovono: andiamo di male in peggio.
Il rendimento sui Btp a cinque anni è passato dal 2,53 per cento della precedente asta al 3,24. Aspettiamo che gli esperti ci dicano a quanti milioni di euro in più di soldi della collettività equivale questo rialzo. Quante case e imprese si sarebbero potute ricostruire in Veneto, quanta ricerca finanziare, quante “case dei gladiatori” si sarebbero potute mettere in sicurezza a Pompei. Lo stesso giorno in cui ministri e sottosegretari del Fli rendevano note le proprie dimissioni, in Portogallo il ministro degli Esteri Luís Amado paventava l’uscita del suo paese dall’euro. «Se i mercati sono davvero sul punto di farsi il Portogallo (che ha un tasso di crescita del Pil dell’1,2 per cento annuo, mentre per l’Italia è solo lo 0,7, ndr), perché subito dopo non dovrebbero farsi l’Italia?», ha buttato lì con linguaggio non proprio forbito Jonathan Loynes di Capital Economics, una delle più grandi società di consulenza per la ricerca macroeconomica. Dove stia più di casa l’irresponsabilità, se nei comportamenti privati del capo del governo o in quelli pubblici dei suoi avversari, dovrebbe essere chiaro a tutti, se tv e giornali facessero il loro lavoro anziché fare il tifo o esaltarsi nel partecipare alla congiura.
Il G20 di Seoul è stato disastroso, la leadership di Barack Obama ha fallito ancora una volta un appuntamento internazionale decisivo per il sistema globale. La Cina continuerà ad accumulare attivi di bilancia commerciale grazie anche a una valuta nazionale mantenuta artificialmente sotto il suo reale valore, la Germania continuerà a impoverire i suoi vicini dell’Unione Europea (fra i quali l’Italia) imponendo loro misure di austerità di bilancio mentre li schiaccia con un euro sopravvalutato che serve solo all’export europeo di merci tedesche, e gli Stati Uniti continueranno a inondare i mercati di dollari stampati a profusione per provocare una svalutazione competitiva – causando rialzi di prezzi di varie materie prime, per la gioia di paesi come l’Italia. La velleitaria proposta del ministro delle Finanze americano Timothy Geithner di concludere un accordo col quale i 20 si impegnavano a stare dentro a deficit o avanzi di bilancia commerciale non superiori al 4 per cento è stata rigettata con scherno. Sarebbe stata una benedizione per un paese come il nostro in questo momento, ma era velleitaria, e soprattutto gli Stati Uniti cominciano ad essere percepiti come l’ombra di ciò che furono anche in ambito macroeconomico.
In un mondo dove la solidarietà globale è inesistente, quella europea poco più che uno slogan e nei fatti ciascuno fa quel che vuole, l’Italia deve pensare a salvarsi con le proprie forze. Ma che succede se anziché stringersi a coorte di fronte al temporale imminente i nostri politici rinnovano le gesta sciagurate dei guelfi e dei ghibellini? Se si comportano come i bizantini intenti a demolire l’imperatore mentre gli Ottomani stavano demolendo l’impero? Succede quello che nella storia è sempre successo: vincono gli stranieri e il popolo non è più padrone del suo destino.
di Rodolfo Casadei da Tempi del 18 novemre 2010

domenica 21 novembre 2010

Alcune precisazioni sull'accordo Comune-SEA

Urge a mio avviso fare un po' di chiarezza su alcune mie dichiarazioni riportata sulla stanza e intanto che ci sono svelerò un piccolo segreto su il "Lonatese"

Sono molto felice che la stampa (La Provincia dell'11 novembre 2010) abbia avuto modo di riprendere il mio articolo apparso sul “Lonatese” n. 21 dell'ottobre scorso (leggi). In esso però mi si rimprovera di non tener conto dell'accordo siglato tra SEA e i comuni di Lonate Pozzolo, Ferno e Somma Lombardo per l'impiego di ausiliari del traffico a Malpensa in sostituzione delle forze di Polizia Locale (leggi l'articolo). A questa mia dimenticanza vi è una spiegazione molto semplice: gli articoli pubblicati sul “Lonatese” devono essere consegnati alla redazione con largo anticipo, anche di un paio di mesi, rispetto alla data di pubblicazione. Il suddetto articolo è stato chiuso infatti ai primi di settembre, quando l'accordo non c'era ancora. Ecco svelato l'arcano. Per il futuro bisognerebbe forse ripensare al Lonatese, quale strumento d'informazione tra amministrazione e cittadino, in chiave più flessibile.
L'accordo raggiunto con SEA è molto importante e permette di riportare sul nostro territorio i vigili prima destinati a Malpensa, garantendo così maggior controllo e sicurezza. Se questo è senza dubbio un successo, rimane però ancora da chiarire l'aspetto economico, ossia quanto SEA chiederà per coprire i costi del personale che fornirà per il servizio in aerostazione. Cosa non di secondaria importanza viste le notevoli difficoltà economiche del nostro ente. Questo aspetto dell'accordo servirà anche da “cartina tornasole” per capire come SEA intenda i rapporti con il nostro territorio. Qualcuno potrebbe obbiettare che però le multe staccate da questi ausiliari finiranno nelle casse del comune (o meglio dell'Unione). Verissimo, anche qui però un paio di precisazioni. Innanzitutto sono fermamente contrario nell'intendere le contravvenzioni come uno strumento atto a far cassa. In secondo luogo, molto dipende dall'entità del rimborso che SEA chiederà al nostro ente (per assurdo le multe potrebbero non essere sufficienti a coprire i costi del personale, visto anche l'ampio incremento di parcheggi a pagamento nei terminal). Quindi in definiva grande soddisfazione per questo accordo, ma non facciamoci prendere dall'entusiasmo, la strada è ancora lunga.
Da ultimo questo mio famoso articolo “incriminato” è stato oggetto di un commento anche da parte della Lega Nord di Lonate Pozzolo (leggi). Nulla da eccepire, ma una cosa da precisare anche qui. L'accordo siglato non chiude magicamente tutti i problemi e le questioni aperte tra il nostro territorio e l'aeroporto. I vigili erano utilizzati come esempio più lampante (ricordo che l'articolo parlava di molte altre tematiche importanti, sopratutto nella parte finale), ma se ne potrebbero fare degli altri, si potrebbe parlare di aree delocalizzate, di disagio ambientale, ecc... in conclusione cari amici leghisti, se l'esempio del mio articolo è stato superato dai fatti, la questione di fondo, il rapporto tra Territorio-Malpensa, è ancora aperta e tutta da giocare.

I link e le immagini rimandano ai rispettivi siti di provenienza, per gli articoli la fonte è il sito dei Democratici Uniti

sabato 13 novembre 2010

Il moralismo della Bindi è un virus che uccide i peccatori, cioè tutti

"Rosy e Silvio (e Nichi)" di Renato Farina da Tempi
Se uno attacca il moralismo, subito si pensa in giro, e lo si dice pure, che costui mette tra parentesi la morale. È vero il contrario. Il moralismo sta alla morale come la polmonite ai polmoni. Li infiamma, li soffoca, impedisce di respirare. Allo stesso modo il moralismo non difende la morale, come vorrebbero far credere i moralisti, ma la trasforma in arma immorale per uccidere il prossimo e aggiunge un’altra palata di male (chiamiamolo così) a quello che già domina il mondo.
Il caso è quello ovvio: Berlusconi. Non c’è in questo periodo uno, specie se cattolico, che possa sottrarsi a questa compiaciuta domanda: come fai a essere berlusconiano, se poi lui eccetera? Ho un sacco di risposte a questa domanda. Ma vorrei prima soffermarmi su chi la pone e come. E ho in mente un caso visto in tivù: Rosy Bindi che cerca di mettere in difficoltà Maurizio Lupi. Giovanni Floris li ha chiamati a Ballarò apposta: due noti cattolici. Una che difende la morale, l’altro che è costretto a sostenere Indovina-chi. La Bindi a un certo punto domanda a Lupi: «Ma tu in privato glielo dici a Berlusconi? Che cosa gli dici?». Sembra una domanda fatta apposta per incastrare la persona. L’idea che ha in mente la Bindi è di sorprendere un Lupi che: o tace e dunque acconsente a una vita libertina; oppure lo rimprovera, ma non viene ascoltato, e dunque è un perdente lui e un impunito B. Io penso che l’immoralità consista invece proprio in questa domanda. La quale ha una violenza bestiale. L’intimità non è solo quella che si pratica sotto le lenzuola. L’amicizia e l’affetto hanno sfere inviolabili. Lupi ha risposto benissimo: si vedeva che vuol bene a Berlusconi, ha detto che lui è se stesso sempre, testimonia quello che dà senso alla sua vita. Ed egli vede in B. la tensione all’ideale. Lupi non ha violato il segreto di qualcosa che appartiene al novero delle cose che non si trascinano in piazza.
Poi Lupi ha chiesto se mai nessuno tra i presenti al dibattito avesse telefonato a un carabiniere, a qualcuno in alto per aiutare una persona in difficoltà. Tutti hanno fatto gli ipocriti, la Bindi, Italo Bocchino: noi?-Mai…-Noi-pensiamo-alla-collettività,-non-ad-aiutare-una-Ruby-che-è-in-questura-o-Giuseppino-che-è-in-sala-d’attesa-e-sta-male… Spero che non sia vero, che sia stata pura ipocrisia. Ma moralismo è questo: amare il popolo in teoria, in pratica detestare la popolazione. Non vedere che il bisogno del paese è sì misurato dalle statistiche ma ha anche la voce singhiozzante di uno che ti telefona disperato. E fare qualcosa, quello che si può.
Invece questi moralisti dipingono un mondo dove non esiste pietà, non esiste altro che la regola. Un mondo di regole. Io penso che la morale sia quella che ho imparato: tendere all’ideale, servire e rispondere al bisogno che si incontra. Morale è non sentirsi in nulla migliore o meno peccatore di nessun altro. Non giudicare il prossimo e nemmeno se stessi. Di certo, non va assolutamente bene – come fanno alcuni – chiedere il consenso o vantare il libertinismo come modello di vita. Ma io preferisco Carlo Magno e avrei combattuto per lui, pur avendo egli avuto una decina di concubine, mentre il suo rivale era astemio e molto casto. Aveva dalla sua i fatti, Carlo Magno: con i suoi difetti, le sue debolezze (anche se lui se ne vantava), ha permesso la costruzione di un’Europa cristiana.
A proposito. Ecco una cosa che non chiederò a Rosy Bindi: ma lei che cosa dice a Nichi Vendola in privato ma anche in pubblico? Gli dice che la convivenza more uxorio con un uomo è – secondo la morale cristiana – incoerente e pure un cattivo esempio? O dirlo sarebbe omofobia?
 
di Renato Farina da Tempi del 11 novembre 2010

Il Patrono a Sant'Antonino?

“Ma la Festa Patronale, a Sant’Antonino, quand’è?” Questa domanda può apparire quasi stupida, il darle una risposta però è tutt'altro che impresa semplice.

"Credo che se si volesse mettere in imbarazzo un santantoninese la domanda migliore da porgli sarebbe: dopo un primo momento di incertezza (legato anche al carattere religioso della domanda) i più risponderebbero “la terza (domenica) di luglio, la festa del paese, quella della Madonna” Alcuni magari più religiosi, dopo qualche riflessione, azzarderebbero una risposta più coraggiosa: “la seconda (domenica) di Novembre” e aggiungerebbero subito, quasi a giustificazione “si, quando si brucia il pallone!”. Se questa stessa domanda venisse posta agli uffici comunali vi risponderebbero (dopo aver controllato in qualche registro) “ la festa patronale di Sant’Antonino è la seconda domenica di maggio, infatti il lunedì successivo tutte le (poche) attività presenti nella frazione sono chiuse causa Festività Santo Patrono” Quella che sembrava una domanda banale, in realtà non lo è affatto. La confusione in merito alla nostra festa è abbastanza normale, perché dovete sapere, miei pochi e cari lettori, che tutte e tre le affermazioni hanno un fondo di verità. La materia è però complessa e bisogna proseguir con ordine se non si vuol rischiare di perdersi nei meandri della storia." (continua...)
In alto la Chiesa Parrocchiale di S.Antonino Martire, foto di Melissa Derisi