"Tuttavia non credo che questo orribile silenzio della nostra epoca durerà a lungo, sebbene ritenga che al momento aumenterà. Che farsa la moderna larghezza di vedute! Nella moderna civiltà, libertà di parola significa in pratica che si può parlare solo di cose senza importanza. Non dobbiamo parlare di religione, perché è illiberale; non dobbiamo parlare di pane e formaggio, perché vuol dire parlare di negozi; non dobbiamo parlare della morte, perché è deprimente; non dobbiamo parlare della nascita, perché è indelicato. Non può durare. Qualcosa sopravvenga a infrangere questa strana indifferenza, questo strano egoismo sognante, questa strana solitudine di una folla di milioni di persone. Qualcosa deve interrompere tutto ciò. Perché non voi ed io?" Il Napoleone di Notting Hill di G.K.Chesterton

sabato 29 gennaio 2011

Lettera Aperta al Popolo Italiano

"in un momento tanto confuso e delicato per il nostro paese vorremmo evitare che la marea dei pettegolezzi che invade ogni giorno le pagine dei giornali finisca per oscurare il senso del nostro lavoro quotidiano per il bene comune"
Cari amici,

in un momento tanto confuso e delicato per il nostro paese vorremmo evitare che la marea dei pettegolezzi che invade ogni giorno le pagine dei giornali finisca per oscurare il senso del nostro lavoro quotidiano per il bene comune. C’è il rischio di farsi tutti confondere o trascinare dall’onda nera, lasciandosi strumentalizzare da un moralismo interessato e intermittente, che emerge solo quando c’è di mezzo il presidente Berlusconi. Un moralismo che nulla ha a che fare con quella “imitatio Christi” a cui la Chiesa ci invita, e che anzi non si fa scrupoli a brandire per fini politici, e in senso opposto a seconda delle convenienze di parte, l'idea della morale cristiana.
L’enorme scossone mediatico e politico di questi ultimi giorni non si comprende appieno se non come l’ultimo atto di un’offensiva giudiziaria  iniziata con Tangentopoli: il tentativo di una piccola ma agguerrita minoranza di magistrati di interferire pesantemente negli assetti politici, per determinare nuovi equilibri che prescindano dal consenso popolare.
Diciassette anni fa c’erano gli arresti spettacolari: politici e personaggi pubblici sfilavano in manette sotto  telecamere impietose, e la carcerazione preventiva era lo strumento privilegiato di alcune procure. Ma quante di quelle accuse, urlate da certi magistrati con tanta sicurezza da sembrare indubitabili, si sono rivelate poi vere? Certamente sono stati riconosciuti dei colpevoli, anche se altri pur imputabili delle stesse responsabilità sono stati risparmiati e in alcuni casi nemmeno sfiorati dall'ombra del sospetto. Quel che è più grave, però, in numerose occasioni processi condotti nelle aule dei tribunali sono giunti a ben altre conclusioni rispetto alle accuse iniziali. Le tante assoluzioni che pure ne sono seguite, però, non potranno mai ripagare l’ingiustizia subita da chi vi si è trovato coinvolto, soprattutto da chi non ce l’ha fatta e si è tolto la vita.
E intanto, il paese ha pagato e paga ancora oggi le conseguenze di indagini a senso unico che hanno azzerato il ceto politico moderato, rallentato e inibito la capacità decisionale delle pubbliche amministrazioni, indebolito la grande impresa italiana.
Adesso la carcerazione preventiva è stata sostituita dalla gogna preventiva. Si butta nella pubblica piazza con una violenza inusitata la presunta vita privata delle persone (presunta perché contenuti frammentari di intercettazioni e commenti di persone terze non offrono alcuna garanzia di veridicità), e la si chiama “trasparenza”.
Abbiamo bisogno di giustizia, una giustizia che sia però veramente giusta, che segua  regole certe, assicuri l'inviolabilità dei diritti di tutti i cittadini compreso chi si trova ad essere oggetto di accuse, e offra le garanzie necessarie, a partire dall’imparzialità del giudice e dal rispetto del segreto istruttorio. Una giustizia nella quale i magistrati formulino ipotesi di reato e non si occupino di costruire operazioni finalizzate ad emettere sentenze di ordine morale.
Chiediamo a tutti di aspettare, di sospendere il giudizio, di non farsi trascinare nella facile trappola del processo mediatico e sommario al Presidente del Consiglio, e chiediamo che si rispetti una vera presunzione di innocenza nei suoi confronti, finché il percorso di accertamento dei fatti sarà completato. Ve lo chiediamo non solo perchè è un elementare principio di civiltà giuridica, ma anche perché noi all’immagine abietta del Presidente Berlusconi così come dipinta da tanti giornali non crediamo.
Noi conosciamo un altro Berlusconi, conosciamo il Presidente con cui abbiamo lavorato in questi anni, e che ci ha dato la possibilità di portare avanti battaglie difficili e controcorrente, condividendole con noi.
Siamo certi che il tempo ci darà ragione: ma è di quel tempo che adesso c’è bisogno. Sarebbe assurdo e deleterio per il futuro dell’Italia consentire che, nell’attesa di un esito incerto della vicenda giudiziaria si producesse il danno certo di un cambiamento politico nel segno della conservazione sociale, della recessione economica e del relativismo etico come conseguenza di indagini asimmetriche che colpiscono alcuni risparmiando altri.
Ciò che non intendiamo invece tenere in sospeso è la responsabilità di noi, credenti e non credenti, impegnati convintamente nel Popolo della Libertà. Non abbiamo alcuna intenzione di interrompere il lavoro politico e legislativo che ci vede dediti alla costruzione del bene comune, dalla difesa della famiglia alla libertà di educazione, dalle leggi in difesa della vita alla attuazione concreta del principio di sussidiarietà.
Aspettiamo che la polvere e il fango si depositino, diamo tempo alla verità e alla giustizia.
Roberto Formigoni, Raffaele Calabrò, Maurizio Gasparri, Maurizio Lupi, Alfredo Mantovano, Mario Mauro, Gaetano Quagliariello, Eugenia Roccella, Maurizio Sacconi
 
Anche se indegnamente aggiungo la mia firma Mauro Andreoli

domenica 16 gennaio 2011

Per la Libertà Religiosa, contro la persecuzione dei Cristiani

È mia ferma convinzione che dove manca la libertà religiosa, vengono meno tutte le libertà e con esse la pace. Per questo presenteremo un apposito ODG in Consiglio Comunale e saremo in piazza oggi.
I recenti fatti di cronaca riportano in primo piano un fenomeno troppo spesso taciuto: la persecuzione dei cristiani nel mondo. La strage di Alessandria è solo il culmine di un fenomeno molto più ampio e pericoloso sviluppatosi da molti anni ai danni dei cristiani, specie nei paesi a maggioranza mussulmana (anche se i motivi sono più politici ed economici, che religiosi). Questi avvenimenti minano il diritto alla libertà religiosa che è una premessa fondamentale per la costruzione di un'umanità che cammini sulla via della pace e del progresso.
Su questi episodi si è però registrato il silenzio delle Istituzioni Internazionali (sopratutto dell'Unione Europea), se non addirittura una forte delegittimazioni mediatica. A rompere questo inaccettabile silenzio è intervenuto il Papa Benedetto XVI con il messaggio del 1° gennaio 2011 “Libertà religiosa via per la pace”, in cui si ricorda a tutti gli uomini di buona volontà che abbiamo bisogno di pace, perché senza pace non c'è sviluppo né progresso, non c'è sicurezza né giustizia. Non vi può poi essere fraternità tra uomini che non hanno la stessa dignità umana. Un messaggio forte che arriva dall'unico uomo che realmente stia difendendo l'Europa, la sua cultura e la sua civiltà
È proprio dunque in difesa di questo fondamentale diritto umano che abbiamo deciso (PDL e UDC) di essere in piazza domenica 16 gennaio (dalle 13.30 alle 15.30) per sensibilizzare la popolazione su questa importante tematica. A questa prima iniziativa seguirà la presentazione di un apposito ODG (Ordine del Giorno, ossia un documento d'indirizzo) in cui chiederemo alle istituzioni internazionale (in primis all'Europa) di intervenire in maniera forte e decisa per garantire la libertà religiosa e fermare la persecuzione dei cristiani.
Siamo certi che qualcuno ci accuserà di opportunismo politico e che forse non sarà la nostra azione qui a Lonate Pozzolo a porre fine alle persecuzioni, ma credo che di fronte a certe cose non si possa restare ignavi e tacere. È mia ferma convinzione che dove manca la libertà religiosa, vengono meno tutte le libertà e con esse la pace. Contribuiamo a risvegliare l'Europa dal suo torpore!!!
Mauro Andreoli, Capogruppo

lunedì 3 gennaio 2011

Per Lonate PDL e UDC: Tempi di Crisi, guardiamo al futuro

Il 2011 si apre sotto il segno di molte difficoltà, ma la nostra maggioranza è pronta ad assumersi la responsabilità di guidare il comune nella tempesta che sembra delinearsi all'orizzonte.
Il 2010 sta oramai per finire e il 2011 già si avvicina carico di speranze e aspettative. La situazione economica internazionale non accenna a migliorare e anche nel nostro piccolo le difficoltà della crisi si fanno sentire, gravando fortemente su famiglie e imprese.
Il 2011 si apre sotto il segno di molte difficoltà, ma la nostra maggioranza è pronta ad assumersi la responsabilità di guidare il comune nella tempesta che sembra delinearsi all'orizzonte.
Grande scoglio da superare sarà quello della gestione economico-finanziaria. Il nostro bilancio, già provato dalla riduzione degli oneri di urbanizzazione sul lato delle entrate e dall'esplosione della spesa sociale sul lato delle uscite, sarà sottoposto ad ulteriori tagli. Alla riduzione dei trasferimenti da parte dello Stato centrale, si unirà l'inasprimento dei parametri del Patto di Stabilità e un probabile decurtamento delle tasse d'imbarco. Tutto questo ridurrà notevolmente la capacità di spesa del nostro Ente. Stiamo da tempo cercando, con ogni mezzo a nostra disposizione, di trovare nuove risorse e ridurre i costi (o gli eventuali sprechi), cosa non semplice, ma siamo comunque determinati a resistere e tirare ulteriormente la cinghia, se necessario, pur di non intaccare i servizi essenziali per la collettività.
L'incertezza sulla tenuta del Governo e la prospettiva di una complessa crisi politica (articolo del 25/11/10) certo non aiutano a ben sperare. I mercati finanziari hanno già fiutato la paura generata dall'incertezza, tanto da far schizzare il rendimento dei BTP dal 2,53 % al 3.24 %. Si hanno infatti timori, in caso di caduta del Governo, sulla tenuta dei conti e del debito pubblico, cosa che potrebbe spianare la strada agli speculatori stranieri. Guardiamo a questi fatti con preoccupazione auspicando al senso di responsabilità di tutti, anche se il nostro primo pensiero resta, sempre e comunque, la nostra realtà locale.
Questo difficile momento ci porta di fatto a dover “navigare a vista” tra le molteplici difficoltà, tenendo duro, in attesa di tempi migliori. In tutto ciò le opposizioni (qui da noi esistono ancora, mentre a livello nazionale nessuno sa che fine abbia fatto la Sinistra) sembrano non rendersi realmente conto della situazione attuale. Alcuni ci accusano di mentire se diciamo “Non ci sono più soldi”. Provino lor signori ad andare a dire ad una famiglia di cassaintegrati che la crisi è un invenzione della Giunta Gelosa. Altri signori invece si perdono nei meandri della loro fantasia, delle chiacchiere e dei teoremi e mentre loro incuranti vagheggiano del nulla “Sagunto viene espugnata”. A loro lasciamo volentieri i giochini della politica, mentre noi teniamo duro e nonostante le difficoltà andiamo avanti.
È infine prossimo il tempo del Natale. Il nostro pensiero va a tutti i cristiani perseguitati nel mondo a causa della fede, speriamo che questo Natale possa portare loro un po' di pace e a noi dare la forza di viverlo anche pubblicamente attraverso i suoi simboli e le sue tradizioni, a dispetto di chi usa la “laicità” come una clava e vorrebbe ridurre la fede ad un mero fatto privato. L'augurio dunque a tutta la popolazione di un Santo e Buon Natale e di un Felice e Sereno Anno Nuovo
Mauro Andreoli, Capogruppo PDL e UDC