"Tuttavia non credo che questo orribile silenzio della nostra epoca durerà a lungo, sebbene ritenga che al momento aumenterà. Che farsa la moderna larghezza di vedute! Nella moderna civiltà, libertà di parola significa in pratica che si può parlare solo di cose senza importanza. Non dobbiamo parlare di religione, perché è illiberale; non dobbiamo parlare di pane e formaggio, perché vuol dire parlare di negozi; non dobbiamo parlare della morte, perché è deprimente; non dobbiamo parlare della nascita, perché è indelicato. Non può durare. Qualcosa sopravvenga a infrangere questa strana indifferenza, questo strano egoismo sognante, questa strana solitudine di una folla di milioni di persone. Qualcosa deve interrompere tutto ciò. Perché non voi ed io?" Il Napoleone di Notting Hill di G.K.Chesterton

venerdì 5 marzo 2010

W il Crocifisso

È con grandissima gioia che ho appreso la notizia dell’accoglimento del ricorso presentato dal Governo Italiano contro la sentenza anticrocifisso di Strasburgo dello scorso 3 novembre. Il caso dovrà essere ora esaminato dalla Grande Camera della Corte UE.
La questione aveva destato in me non poco stupore e rammarico, tanto da spingermi a presentare un apposita Mozione in consiglio comunale. Essa aveva come oggetto il mantenimento dei crocifissi nei luoghi pubblici di pertinenza dell’ente ed è stata approvata in data 21 dicembre 2009.
Il motivo di tanto interesse per la questione, non è determinato dal voler portare avanti una battaglia propagandistica a colpi di crocifisso, ma da una semplice costatazione della realtà.

Il crocifisso oltre ad essere un simbolo religioso è simbolo della tradizione, della cultura e della civiltà Italiana e Europea. Esso rappresenta di come il cattolicesimo è patrimonio integrante del popolo italiano, tesoro da trasmettere alle nuove generazione. è un po’ la nostra carta d’identità, insomma.
Esso, anche per chi non crede, è simbolo di libertà e uguaglianza: esso rappresenta di come un uomo 2000 anni fa abbia cercato (davvero) di cambiare il mondo senza guerre, proteste, rivendicazioni, ma andando dritto al cuore dell’uomo. Sempre quest’uomo, salendo sulla croce, ha affermato il principio di uguaglianza, perché è morto per tutti, anche per quelli che oggi, il crocifisso, lo vogliono levare.
Esso è simbolo di garanzia di una sana laicità dello stato: per laicità dello stato di si intende che lo stato si occupa della convivenza civile, le religioni si occupano di dare un senso alla vita dell’uomo. Levare il crocifisso significa che lo stato si arroga il diritto di negare un senso alla vita di ogni uomo. Tutto questo con lo scopo diabolico di esercitare un potere totale su tutti noi. Questo è il laicismo.
Tale simbolo infine trova riscontro nel legittimo sentire del popolo, che ad esso ha sempre guardato nei momenti di difficoltà, come nei momenti di gioia. Ad una persona che muore, a un bimbo che nasce, ad una madre che soffre per il figlio malato è più vicina l’immagine della croce che non un politico che le dica: “Tranquilla lei è in uno stato laicista (cioè asettico) la sua libertà la garantiamo noi…”Non possiamo togliere il crocifisso, anzi dovremmo metterne di più, così da restituire all’Europa un anima. Altrimenti il sogno europeo di Alcide De Gasperi nasce già morto.
Speriamo questa volta i giudici decidano bene.

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