"Tuttavia non credo che questo orribile silenzio della nostra epoca durerà a lungo, sebbene ritenga che al momento aumenterà. Che farsa la moderna larghezza di vedute! Nella moderna civiltà, libertà di parola significa in pratica che si può parlare solo di cose senza importanza. Non dobbiamo parlare di religione, perché è illiberale; non dobbiamo parlare di pane e formaggio, perché vuol dire parlare di negozi; non dobbiamo parlare della morte, perché è deprimente; non dobbiamo parlare della nascita, perché è indelicato. Non può durare. Qualcosa sopravvenga a infrangere questa strana indifferenza, questo strano egoismo sognante, questa strana solitudine di una folla di milioni di persone. Qualcosa deve interrompere tutto ciò. Perché non voi ed io?" Il Napoleone di Notting Hill di G.K.Chesterton

giovedì 17 novembre 2011

Relazione al Consiglio Comunale della Prima Conferenza di Servizi sull'Amianto

Inizia l'iter ufficiale della questione Amianto, dalla prima riunione però già alcuni spunti dubbi.
Riporto qui di seguito la relazione al Consiglio Comunale dell'Assesser Simontacchi sulla Prima Conferenza dei Servizi sull'Amianto. Si è trattata di una conferenza "istruttoria" con lo scopo di illustrate il progetto e valutare le prime osservazioni generali.
"Grazie signor sindaco.
Come ha già anticipato lei venerdì 23 settembre, buona sera a tutti anche, venerdì 23 settembre si ètenuta la prima Conferenza dei servizi relativa alla richiesta da parte di una società privata,Krysalide, di realizzare in via 24 maggio un impianto per trattare 200 tonnellate al giorno di manufatti contenenti amianto, al fine di renderli inerti e ricavare un prodotto che sia utilizzabile nel campo edilizio.
[…]
Lo scopo della riunione era essenzialmente quello di illustrare il progetto, illustrare i punti salienti dello studio d’impatto ambientale, ma soprattutto quello di evidenziare eventuali motivi ostativi alla realizzazione dell’impianto in quel luogo e sito.
Va da se che gli eventuali motivi ostativi dovevano essere di carattere prettamente tecnico e di carattere normativo.
Tuttavia non ho potuto esimermi dall’evidenziare due importanti aspetti politici, come premessa, consistenti nel riferire a tutti i presenti la contrarietà dell’intero Consiglio Comunale espresso in questa sede all’unanimità e la raccolta di tre mila e 500 firme in due settimane o tre, da parte di un comitato cittadino.
Fatta questa premessa è stato evidenziato inizialmente un dubbio, in merito al fatto se la procedura dovesse essere secondo una nostra interpretazione di carattere nazionale anziché di carattere regionale, e su questo punto devo dire che i rappresentanti della Provincia hanno condiviso questa nostra interpretazione.
Comunque al di là di questo aspetto abbiamo evidenziato anche come in base alle norme vigenti, a nostro parere, l’attività industriale di trattamento dei rifiuti pericolosi è incompatibile con l’attività di escavazione che si svolge dello stesso ambito ove si intenderebbe appunto realizzare l’impianto. E anche su questo devo riconoscere che i rappresentanti della Provincia hanno manifestato il nostro medesimo parere, hanno condiviso questa nostra interpretazione.
Ecco, questa apparente e presunta incompatibilità potrebbe costituire appunto un motivo ostativo alla realizzazione dell’impianto in quel sito, a meno che la Regione non si pronunci in modo diametralmente opposta rispetto all’interpretazione nostra e dei tecnici provinciali. Ho poi messo in evidenza, dandone lettura ciò che precisa la policy di attuazione dell’Enac in merito all’articolo 715 del Codice della navigazione aerea, ho anche precisato che la delibera Enac è del gennaio 2010 e che il Comune nello stesso anno, nel mese di dicembre, ha ricevuto le tavole che individuano le diverse zone di tutela situate a sud dell’aeroporto, peraltro sono due le tavole, una si riferisce alla presenza delle due attuali piste, mentre una seconda tavola si riferisce anche alla presenza di un’eventuale terza pista.
Ho precisato che l’impianto con il relativo stoccaggio di manufatti da trattare ricade in una zona cosiddetta intermedia, nella quale ho letto proprio testualmente, non sono ammesse attività che in caso d’incidente aereo possano amplificare i danni e soprattutto causare danno ambientale.
Uno dei soci della società proponente ha riferito seduta stante di avere avuto rassicurazioni verbali da parte dell’ingegnere Dini, dell’Enac, quindi abbiamo fatto presente che a nostro parere sarebbe quasi doveroso, sarebbe stato quasi doveroso, se non addirittura dovuto, avere se non già dalla prima riunione, però per lo meno da un’eventuale seconda prossima convocazione della conferenza, la presenza dello stesso ingegnere Dini o per lo meno di qualche suo collega. In subordine Enac dovrebbe almeno mettere per scritto che questo tipo di attività, che presuppone peraltro anche lo stoccaggio di tonnellate di lastre di eternit oltreché la lavorazione, non costituisce un cosiddetto obiettivo sensibile, e quindi non ci sarebbe nessun danno ambientale nel caso in cui un aereo ci atterrasse o cadesse sopra. È assodato che qualcuno tende a minimizzare il rischio probabilistico e si lascia andare a battute che a mio parere non meritano neanche un sorriso, è altrettanto assodato però che se c’è un regolamento questo regolamento deve essere rispettato e non interpretato.
Peraltro a mio modesto parere chi dovesse andare a sottoscrivere una dichiarazione che va in un certo senso a contraddire un regolamento che viene imposto agli enti locali senza mezzi termini e senza mezze misure, andrebbe ad assumersi grandi responsabilità, potenziali responsabilità, che spaziano dal civile al morale, ma anche, essendoci di mezzo l’ambiente, il penale.
In virtù di quanto precisato, seppure così sommariamente fino a ora, ho quindi chiesto a chi presiedeva di interrompere immediatamente la conferenza, in attesa di avere chiarimenti da parte della Regione in merito alla compatibilità o meno tra l’ attività di escavazione e il processo industriale di trattamento rifiuti pericolosi e in attesa di avere chiarimenti da Enac in merito al fatto che quest’attività possa o meno costituire un cosiddetto e definito obiettivo sensibile per il traffico aereo che si svolge in prossimità dell’aeroporto.
Ecco, è stato risposto che si era d’accordo nell’interrompere e congelare i termini della procedura, in attesa di specificazioni, ma visto che eravamo lì in una trentina, si è ritenuto di fare presentare comunque il progetto, di proseguire con la conferenza facendo presentare il progetto e facendo presentare seppure per sommari capi, la relazione d’impatto ambientale.
Sono state fatte entrambe le cose, poi in seguito, ma anche durante la stessa presentazione, sono state sollevate diverse questioni, sia dai rappresentanti della Provincia che dai rappresentanti di Arpa, sia dal nostro consulente Dott. Caldiroli.
Il rappresentante di Arpa ha in particolare disquisito in merito alle caratteristiche e proprietà chimico/fisiche e tossicologiche del prodotto che si ricaverebbe dal trattamento, a suo parere c’erano degli approfondimenti da attivare o analisi ulteriori da fare al fine di avere appropriate rassicurazioni scientifiche.
Lui è andato, ha tirato fuori riviste abbastanza recenti, che trattavano appunto come argomento un materiale simile a quello che si dovrebbe ricavare e ha sollevato dei dubbi o perplessità. Poi sono state evidenziate alcune incongruenze tra quanto era stato appena presentato a voce e quanto era scritto, sia nella relazione di Via sia nella relazione di progetto.Sono state evidenziate contraddizioni di numeri, tra un paragrafo e l’altro, per esempio da una parte si scriveva 78 mila tonnellate all’anno da trattare, mentre da un’altra parte ci si allargava fino a 150 mila. Sono state sottolineate alcune carenze, per esempio il mancato re riferimento al fatto che il sito ricada in una zona ZPS del Parco, e cioè in una zona a protezione speciale, e quindi mancava tutto il relativo studio e la relativa relazione. È stata sottolineata anche una certa superficialità nel non avere opportunamente previsto un’opera di mitigazione ambientale e di non avere considerato nello stesso studio Via il fatto che c’è una possibile e concreta ipotesi di ampliamento dello scalo, e anche il fatto che il territorio Lonatese è a pochi chilometri in linea d’aria dall’impianto Accam che verrà ristrutturato e potenziato e altre cose di questo genere.
Il Dott. Caldiroli spesso ha punzecchiato i tecnici della società proponente su alcune questioni, poi ha fatto mettere a verbale che comunque il Comune presenterà una serie di ulteriori richieste di chiarimento e approfondimento in merito sia alla struttura dell’impianto che ad alcune scelte impiantistiche, ho letto già una sua bozza, si parla, ho visto che ce ne erano già una settantina dipunti da andare a chiarire.
Al di là di queste prime sottolineature la seduta si è conclusa con il riferimento a un prossimo secondo incontro, che potrà comunque essere convocato solo a condizione che vengano fornite le due risposte ai presunti motivi ostativi, due risposte che come ho ricordato più volte dovranno pervenire una dalla Regione e una dall’Enac."

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