"Tuttavia non credo che questo orribile silenzio della nostra epoca durerà a lungo, sebbene ritenga che al momento aumenterà. Che farsa la moderna larghezza di vedute! Nella moderna civiltà, libertà di parola significa in pratica che si può parlare solo di cose senza importanza. Non dobbiamo parlare di religione, perché è illiberale; non dobbiamo parlare di pane e formaggio, perché vuol dire parlare di negozi; non dobbiamo parlare della morte, perché è deprimente; non dobbiamo parlare della nascita, perché è indelicato. Non può durare. Qualcosa sopravvenga a infrangere questa strana indifferenza, questo strano egoismo sognante, questa strana solitudine di una folla di milioni di persone. Qualcosa deve interrompere tutto ciò. Perché non voi ed io?" Il Napoleone di Notting Hill di G.K.Chesterton

domenica 18 aprile 2010

Grazie Consulta

È di pochi giorni fa la notizia che la Corte Costituzionale ha giudicato inammissibili i ricorsi presentati dalla Corte d’Appello di Trento, inerenti il matrimonio tra persone dello stesso sesso.
Sono felicissimo per questa sentenza. “evviva la corte costituzionale!!! Finalmente una sentenza come si deve!!!”
Prima di essere frainteso, preciso che la mia gioia non è per il merito della questione, ma piuttosto per la rilevanza politico-giuridica di essa.
L’unione fra persone dello stesso sesso è materia complessa, sulla quale è difficilissimo legiferare in quanto non esiste di fatto una posizione largamente condivisa all’interno della nostra società. Presupposto necessario per la legislazione su un argomento così importante e fondamentale. Se è possibile ipotizzare per il futuro intese atte a garantire maggiore tutela ai singoli in queste unioni, bisogna avere però sempre una salda consapevolezza: mai tali tutele potranno sostituire, ledere o usurpare l’istituto del matrimonio, atto costitutivo della famiglia.
La mia gioia per questa sentenza è legata ad altro. La corte non ha mancato di sottolineare come la sede opportuna per certe rivendicazione non è l’ambito giudiziario, ma quello legislativo. Finalmente qualcuno che lo dice chiaramente. Le leggi si fanno in Parlamento, le stabiliscono i rappresentati del popolo e non i giudici.
In una democrazia le leggi sono fatte dal parlamento e dalla mediazione, tra maggioranza e opposizione, che in esso si sviluppa, ma mai dai giudici. Questo perché ilo il parlamento possiede una legittimazione popolare, che la magistratura non ha. Accade però a volte che qualche minoranza organizzata voglia agire fraudolentemente per afferamre alcune sue istante, una forma embrionale di dittatura.
È infatti un vecchio giochetto degli ambienti radicali, far passare un’istanza politica per un diritto ingiustamente negato, ricorrendo poi al giudice per farselo riconoscere. Il risultato in caso di accoglimento è l’introduzione forzata nell’ordinamento di un principio in contrasto con il volere della maggioranza della società.
Un esempio di questo ci viene della storia, con la sentenza “Roe versus Wade” della Corte Suprema degli Stati Uniti del 1973.
Norma McCortvey (durante il processo assunse il nome di Jane Roe per questioni di sicurezza) citava in giudizio il procuratore distrettuale del Texas, Henry Wade, che applicando le leggi dello stato gli aveva impedito l’aborto. La Corte sconfessò l’operato del procuratore, aprendo di fatto la strada alla legalizzazione dell’aborto negli USA. Tutto questo quando la legislazione in materia era ampiamente negativa in molti stati americani.
In conclusione quindi non si vuole discriminare nessuno, ma semplicemente richiamare ai fondamentali dalla democrazia. Su questi principi cardine si basa l’equilibrio tra la Libertà della società e il potere dello Stato. Una volta rotto questo equilibrio difficilmente potrà ricostruruli, quindi la sentenza della corte è stupenda, mi da la certezza di vivere ancora in una stato libero. Grazie Consulta!!!

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.