"Tuttavia non credo che questo orribile silenzio della nostra epoca durerà a lungo, sebbene ritenga che al momento aumenterà. Che farsa la moderna larghezza di vedute! Nella moderna civiltà, libertà di parola significa in pratica che si può parlare solo di cose senza importanza. Non dobbiamo parlare di religione, perché è illiberale; non dobbiamo parlare di pane e formaggio, perché vuol dire parlare di negozi; non dobbiamo parlare della morte, perché è deprimente; non dobbiamo parlare della nascita, perché è indelicato. Non può durare. Qualcosa sopravvenga a infrangere questa strana indifferenza, questo strano egoismo sognante, questa strana solitudine di una folla di milioni di persone. Qualcosa deve interrompere tutto ciò. Perché non voi ed io?" Il Napoleone di Notting Hill di G.K.Chesterton

sabato 12 ottobre 2013

TARES: tecnicamente perfetta, politicamente disastrosa

La nuova tassa sui rifiuti si appresta a dissanguare le imprese, addirittura con raddoppi dell’imposizione
Per quest’anno, e si badi bene solo per quest’anno  perché già dall’anno prossimo si parlerà di service tax, è in arrivo la TARES. Si tratta della nuova tassa rifiuti ideata dal Governo Monti (decreto n. 201/11) in sostituzione della vecchia TARSU (la TIA è oramai data definitivamente per dispersa).
Come si calcola (in breve)?
Il procedimento di calcolo è abbastanza raffinato e grossomodo si compone di questi passaggi. Innanzitutto vengono identificati i costi da coprire per il servizio di smaltimento rifiuti (fissi, comuni, variabili…). Vengono poi presi dei parametri generali che identificano quanti rifiuti produce un determinato Comune. Questi parametri cambiano a seconda che il Comune abbia una popolazione inferiore o superiore ai 5000 abitanti e che si trovi al nord, al Sud o al Centro Italia. Identificata la mole di rifiuti prodotti complessivamente si identificano quanti di questi rifiuti sono prodotti dalle realtà produttive. Esistono infatti 30 classi (un po’ troppo eterogenee) che presentano parametri (minimi e massimi) di produzione di rifiuti per metro quadrato. Stimati quanti rifiuti producono complessivamente le attività produttive si determinano per differenza (rispetto al totale già stimato) i rifiuti prodotti dai privati. Il costo da coprire (e dunque il relativo carico fiscale) è ripartito in base ai rifiuti prodotti (il principio a cui si ispira la tassa è “chi inquina paga”). Dunque:
  • Per le attività produttive si terrà conto dei metri quadri di attività e dei relativi parametri  di produzione rifiuti per metro quadro.
  • Per i privati il carico sarà ripartito in due quote. Una riferita ai metri quadri dell’abitazione e una in base al numero di componenti del nucleo familiare.
Cosa poteva fare il Comune?
Al Comune è stata lasciata una piccola autonomia. Ossia era possibile scegliere, entro un minimo e un massimo fissati per legge, il parametro da applicare alle realtà produttive. Similmente si poteva scegliere, sempre entro un minimo e un massimo fissati per legge, la quota dei privati rispetto ai componenti del nucleo familiare.
Cosa è stato fatto?
La proposta elaborata dalla nostra Amministrazione ci è parsa abbastanza equilibrata. Da una parte abbiamo fissato dei parametri intermedi per le attività produttive (circa il 45 % del parametro massimo applicabile, ad eccezione delle Banche e dei Motel a cui abbiamo applicato il massimo), dall’altra abbiamo privilegiato le famiglie più numerose. In tutto questo non abbiamo potuto tenere conto del reddito o altre valutazione di tipo politico-sociale, essendo la TARES saldamente ancora ai parametri fissati per legge.

Purtroppo bisogna segnalare che nonostante il nostro impegno la TARES rappresenterà un durissimo colpo per  imprese e famiglie (solo chi vive da solo ne trarrà un vantaggio). Questo deriva dal fatto che la struttura della tassa in sé era già scandalosa ed iniqua, o meglio non teneva conto della realtà. Si segnala inoltre che le quote di rifiuti rispettivamente prodotte da privati e dalle imprese è ottenuta per differenza rispetto al totale. Ciò significa che se avessimo agevolato troppo le imprese avremmo penalizzato le famiglie e viceversa. Insomma un gioco a somma zero, senza via d’uscita.  
Nell’estremo tentativo di agevolare famiglie ed impresa abbia deciso però di posticipare il pagamento dell’ultima rata della TARES alla fine di Febbraio 2014.
Considerazioni finali
Bisogna ammettere che il costo della gestione dei rifiuti rappresenta una voce di spesa molto pesante ed in continuo aumento. Si pensi infatti che negli ultimi 10 anni i costi dello smaltimento rifiuti sono quasi raddoppiati. Un serio intervento legislativo in questo settore era dunque necessario nell’ottica del riordino della finanza locale. Questa tassa non tiene però affatto conto della realtà che stiamo vivendo, non è infatti possibile raddoppiare il carico fiscale sulle attività produttive durante un periodo di così grave crisi. Ecco perché a mio avviso si tratta di una tassa “tecnicamente perfetta, ma politicamente disastrosa”. Con questo non voglio suggerire facili illusioni. La gestione dei rifiuti costa e questi costi vanno pagati, la politica dovrebbe però trovare un giusto compromesso con la realtà ed essere in grado di elaborare proposte più equilibrate. È finito il tempo di nascondere le scelte dietro le “necessità tecniche”, come sarebbe anche ora che lo Stato la smettesse di nascondere la sua politica impositiva dietro gli Enti Locali. Gli Enti Locali non sono infatti gli “esattori delle tasse” dello Stato! Vi è l’urgente necessità di un forte risanamento, non solo dei conti dello Stato, ma della politica stessa, della sua capacità e del suo diritto di poter guidare lo sviluppo della nostra società nazionale e locale.
N.B. Alla TARES si uniranno anche i 0,30 € al metro quadro da corrispondere allo Stato!!! Insomma un vero salasso.

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