"Tuttavia non credo che questo orribile silenzio della nostra epoca durerà a lungo, sebbene ritenga che al momento aumenterà. Che farsa la moderna larghezza di vedute! Nella moderna civiltà, libertà di parola significa in pratica che si può parlare solo di cose senza importanza. Non dobbiamo parlare di religione, perché è illiberale; non dobbiamo parlare di pane e formaggio, perché vuol dire parlare di negozi; non dobbiamo parlare della morte, perché è deprimente; non dobbiamo parlare della nascita, perché è indelicato. Non può durare. Qualcosa sopravvenga a infrangere questa strana indifferenza, questo strano egoismo sognante, questa strana solitudine di una folla di milioni di persone. Qualcosa deve interrompere tutto ciò. Perché non voi ed io?" Il Napoleone di Notting Hill di G.K.Chesterton

lunedì 7 ottobre 2013

La fiducia era necessaria, ma ora serve lavorare per risolvere i problemi reali

La fiducia accordata al Governo Letta e "il passo indietro" di Berlusconi aprono una nuova pagina politica. ma più che i calcoli di potere urge dare risposte all'Italia che soffre.

“Signor Presidente, onorevoli senatori, nella vita delle Nazioni l’errore di non saper cogliere l’attimo può essere irreparabile. Sono le parole di Luigi Einaudi quelle che richiamo qui oggi: le richiamo qui in Parlamento, davanti al Paese, davanti a tutti voi, per venire subito al cuore della questione. L’Italia corre un rischio che potrebbe essere fatale, irrimediabile. Sventare questo rischio, cogliere o non cogliere l’attimo, dipende da noi, dipende dalle scelte che assumeremo in quest’Aula, dipende da un sì o da un no.”
Sono queste le parole con cui si apre il discorso del Premier Letta, pronunciato il 2 ottobre in Senato per richiedere la fiducia. Si tratta sicuramente di parole di alto profilo, che trasmettono la complessità e, per certi versi, la drammaticità della situazione attuale. Il momento storico presente è uno tra i più difficili della nostra storia nazionale recente. Stiamo infatti vivendo una crisi economica atroce che ancora morde ferocemente le nostre famiglie e le nostre imprese. I segnali di ripresa ci sono, ma sono deboli e non molto incoraggianti. A questo rischiava di unirsi una crisi politica dall’esito incerto, potenzialmente catastrofico. Sono dunque felice sia prevalso il senso di responsabilità e sia stata accordata nuovamente la fiducia al Governo Letta. Le vicende giudiziarie di Silvio Berlusconi non possono infatti influenzare (o monopolizzare) in modo così pesante l’operato del Governo che è chiamato innanzitutto a rispondere con forza alle istanze del paese. Per fare questo il Governo necessita dunque di avere un solido appoggio che gli permetta di occuparsi delle misure necessarie per far ripartire l’economia ed essere credibile a livello internazionale (dove il quadro generale è assai difficile). In questo momento non si possono anteporre gli interessi di parte a quelli dell’Italia . Il coraggio del Segretario Alfano è sicuramente encomiabile, ed anche il gesto di Berlusconi (molto sofferto) non è da disprezzare. Non so questo come inciderà sul futuro del Centrodestra (PDL o FI che sia), ma sono certo che questo fosse un passaggio, difficile e doloroso, ma necessario.
Con questo non sto negando che in Italia esista un serio problema sulla Giustizia, sia in generale (lunghezza processi, responsabilità civile dei giudici…) sia per questioni più politiche. La nuova maggioranza dovrà, una volta per tutte, prendere in mano la questione della giustizia, formulando una nuova riforma, insieme ad un ridisegno del quadro istituzionale (semipresidenzialismo).
Al Governo Letta però chiedo una maggiore incisività. Qualcosa è stato fatto, ma bisogna fare di più. I mercati hanno sicuramente bisogno di essere “rassicurati”, ma l’economia urge di essere spronata. Solo per citare alcuni esempi: eliminare l’aumento dell’IVA per non stroncare la debole ripresa ha priorità assoluta, gli Enti Locali hanno bisogno di avere risposte concrete, andrebbe poi creata occupazione, specie tra i giovani, attraverso o un rilancio degli investimenti o ad una forte detassazione delle imprese.
Se l’operato del Governo è necessario per rilanciare il paese, vi è bisogno però anche di un rilancio della “società civile”. Il bene comune non è una questione da demandare ai politici, ma riguarda tutti, ognuno secondo le proprie possibilità e responsabilità. Il lavoro è immenso, ma credo che insieme possiamo davvero farcela.

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