La fiducia accordata al Governo Letta e "il passo indietro" di Berlusconi aprono una nuova pagina politica. ma più che i calcoli di potere urge dare risposte all'Italia che soffre.
“Signor Presidente, onorevoli
senatori, nella vita delle Nazioni l’errore di non saper cogliere l’attimo può
essere irreparabile. Sono le parole di Luigi Einaudi quelle che richiamo qui
oggi: le richiamo qui in Parlamento, davanti al Paese, davanti a tutti voi, per
venire subito al cuore della questione. L’Italia corre un rischio che potrebbe
essere fatale, irrimediabile. Sventare questo rischio, cogliere o non cogliere
l’attimo, dipende da noi, dipende dalle scelte che assumeremo in quest’Aula,
dipende da un sì o da un no.”
Sono queste le parole con cui si apre
il discorso del Premier Letta, pronunciato il 2 ottobre in Senato per
richiedere la fiducia. Si tratta sicuramente di parole di alto profilo, che
trasmettono la complessità e, per certi versi, la drammaticità della situazione
attuale. Il momento storico presente è uno tra i più difficili della nostra
storia nazionale recente. Stiamo infatti vivendo una crisi economica atroce che
ancora morde ferocemente le nostre famiglie e le nostre imprese. I segnali di
ripresa ci sono, ma sono deboli e non molto incoraggianti. A questo rischiava
di unirsi una crisi politica dall’esito incerto, potenzialmente catastrofico.
Sono dunque felice sia prevalso il senso di responsabilità e sia stata
accordata nuovamente la fiducia al Governo Letta. Le vicende giudiziarie di
Silvio Berlusconi non possono infatti influenzare (o monopolizzare) in modo
così pesante l’operato del Governo che è chiamato innanzitutto a rispondere con
forza alle istanze del paese. Per fare questo il Governo necessita dunque di
avere un solido appoggio che gli permetta di occuparsi delle misure necessarie
per far ripartire l’economia ed essere credibile a livello internazionale (dove
il quadro generale è assai difficile). In questo momento non si possono anteporre gli
interessi di parte a quelli dell’Italia . Il
coraggio del Segretario Alfano è sicuramente encomiabile, ed anche il gesto di
Berlusconi (molto sofferto) non è da disprezzare. Non so questo come inciderà
sul futuro del Centrodestra (PDL o FI che sia), ma sono certo che questo fosse
un passaggio, difficile e doloroso, ma necessario.
Con questo non sto negando che in
Italia esista un serio problema sulla Giustizia, sia in generale (lunghezza
processi, responsabilità civile dei giudici…) sia per questioni più politiche.
La nuova maggioranza dovrà, una volta per tutte, prendere in mano la questione
della giustizia, formulando una nuova riforma, insieme ad un ridisegno del
quadro istituzionale (semipresidenzialismo).
Al Governo Letta però chiedo una
maggiore incisività. Qualcosa è stato fatto, ma bisogna fare di più. I mercati
hanno sicuramente bisogno di essere “rassicurati”, ma l’economia urge di essere
spronata. Solo per citare alcuni esempi: eliminare l’aumento dell’IVA per non
stroncare la debole ripresa ha priorità assoluta, gli Enti Locali hanno bisogno
di avere risposte concrete, andrebbe poi creata occupazione, specie tra i
giovani, attraverso o un rilancio degli investimenti o ad una forte
detassazione delle imprese.
Se l’operato del Governo è necessario
per rilanciare il paese, vi è bisogno però anche di un rilancio della “società
civile”. Il bene comune non è una questione da demandare ai politici, ma
riguarda tutti, ognuno secondo le proprie possibilità e responsabilità. Il lavoro è immenso, ma credo che insieme possiamo davvero farcela.
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