da destra: Robert Merton (Nobel 1997),Michael Spence (Nobel 2001) e Eric Maskin (Nobel 2007)
Vi sono ancora due tipi di premesse da fare prima di trattar degli avvenimenti della crisi. Si tratta delle premesse Matematiche (scientifiche) e Manageriali. Le tratto qui insieme in quanto legate a doppio filo una all'altra.
Vi dice qualcosa il nome Robert Merton? Credo proprio di no, eppure il Professor Merton e le sue teorie hanno giocato un ruolo fondamentale nel preparare questa crisi. Andiamo però con ordine. Robert Merton è professore ad Harvard, studioso nel campo della finanza ha sviluppato la matematica delle opzioni e nel 1997 è stato insignito del premio Nobel per l'economia. La scoperta dell'algoritmo di Merton fu considerata “la chiave per governare i cicli economici futuri”. Da qui l'assunzione nelle più importanti banche, negli Advisor e nelle compagnie di assicurazioni dei migliori matematici per ricercare nuovi algoritmi, figli della teoria di Merton. Il mondo della finanza venne invaso dall'idea che tutto potesse essere calcolato, il rischio azzerato e l'incertezza eliminata in modo avviare finalmente un eterna crescita economica, svincolata dai cicli economici. Di fatto tutti i banchieri e i finanziari si fecero irretire da questa grandiosa promessa di utili sempre maggiori senza rischi. Questo mise in atto una pericolosissima spirale di convinzioni e pratiche che hanno contribuito a scatenare l'attuale crisi.
Prima di passare oltre una piccola precisazione, le intenzioni di Merton erano sicuramente buone quando elaborò le sue teorie, fu chi dopo le prese come una verità assoluta che sbaglio fortemente.
Premesse Manageriali
Riccardo Ruggeri importante manager internazionale ha osservato come nei fatti la carriera del top management si sia standardizzata in sei mosse: “1. Laurea a pieni voti 2. Master in una prestigiosa università (meglio se anglosassone) 3. perfetto mid-atlantic english 4. consulente junior in McKinsey oppure in Goldman Sachs 5. Assistente dell'Amministratore Delegato. 6. Amministratore Delegato.
Qualcuno si domanderà: cosa c'è di male? L'omologazione dei manager ha portato all'incapacità di cogliere i segnali di cambiamento in atto. Tutto questo dovuto ad un eccesso di fiducia nelle teorie scientifiche (di cui sopra) e alimentato da una crescita vertiginosa del tasso di avidità dei manager stessi. Mi spiego meglio: i contadini quando si alzano la mattina escono di casa, “annusano” l'aria, scrutano il cielo, valutano ai vari fattori a seconda dell'esperienza e prevedono come sarà il tempo (non ne sono certi al 100%). I manager di oggi, forti dell'idea che tutto è controllabile, accendono il computer controllano 2 dati e credono di sapere con assoluta infallibilità cosa accadrà sul mercato e nell'economia mondiale. Tutto questo è stato supportato dalla teoria e applicato su larga scala nelle formazioni universitarie. .
In definitiva una premessa importante a questa crisi è stato la presunzione, la presunzione di poter calcolare tutto (e quindi assoggettare alla propria volontà), ignorando nei fatti la realtà delle cose. Conviene meditare su questa “presunzione” perché è una tentazione comune a tutte le scienze.